Vieni a trovarci anche su Facebook

Non mettetevi nei panni di un portiere (di Riccardo Napolitano)

Submit to FacebookSubmit to Google BookmarksSubmit to Twitter

Ecco, ci siamo, l'arbitro à appena uscito dallo spogliatoio, la calma rapidamente si trasforma in eccitazione, l'adrenalina arriva fino ai capelli, il cuore batte e la bocca si asciuga.
Quante volte ho provato questa sensazione e quante ancora vorrei provarla. Scambio incoraggiamenti con i compagni, cerco di infondere calma e sicurezza, perch´ cosi mi hanno insegnato e perché cosi sì deve fare, ma il mio cuore è in subbuglio e i muscoli in fermento. Nel tragitto che dallo spogliatoio porta al campo i pensieri sembrano sparati a duemila all'ora nel mio cervello, immagini, suoni, odori, tutto sembra sfocato tutto irreale, vedo i volti di amici ed avversari pronti fra poco a fare di me un eroe o un'incapace, ma sovrapposte a queste immagini ce ne sono altre, cosi forti da superare quelle reali.
Vedo ogni istante di quello che tra poco mi attende, immagino e contemplo ogni possibilità, il primo intervento, la gioia e la delusione, gli elogi o le critiche perché questo è ciò che ho scelto, questo è ciò che mi rende unico, il numero uno. Tocco senza guardare la mia divisa, cosi diversa da quella degli altri e cosi solitariamente mia, sistemo i guanti, controllo che tutto sia in ordine ed in quel momento immancabile come tutte le volte penso "avrò sbagliato qualcosa" e come sempre la risposta è immediata "tanto ormai ci siamo". Essere consapevoli di aver fatto bene ma doversi confermare ogni giorno, o sapere che un'altro errore non ti è concesso, ogni attimo della nostra vita ha una storia a se. Il sottopassaggio dello stadio è lungo e l'unica cosa che domina tutto è il tacchettio delle scarpe chiodate sul pavimento, simile ad una pioggia battente che rimbomba nello stretto passaggio. Ripenso a quando qualcuno molti anni addietro mi disse di andare in porta per non uscirvi mai più, perché noi portieri non ci siamo mai nascosti, forse i più forti o forse i più scarsi, ma sempre li a prenderci la nostra responsabilità. La semioscurità si trasforma lentamente in luce accecante, gli occhi si abituano, gli ultimi gradini e d eccomi sul palcoscenico. Una rapida occhiata per cogliere qualche faccia amica tra gli spettatori che sembra guardino tutti me, tocco la palla, corro verso la porta, c'è l'odore dell'erba, passo il guanto destro sui pali e sulla traversa, mi volto, tutto è pronto, si va in scena, l'arbitro fischia le mani sul volto per l'ultima goccia di saliva, gli occhi fissi davanti a me che sembrano dire sono pronto ed ora vediamo come và a finire.

Dedicato a chi vive queste emozioni

Riccardo Napolitano

Registrati al sito per scrivere i tuoi commenti... ti aspettiamo!

Il sito www.noiportieridicalcio.it raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione mediante cookie nel rispetto della privacy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione acconsenti all’uso dei cookie.